Il mondo si trova ad affrontare nuove situazioni, nuovi modelli sociali ed i cambiamenti più rapidi da che l’uomo si è affacciato sulla Terra.
Ci sono notizie poco confortanti sull’utilizzo dei nuovi mezzi di informazione e comunicazione.
Un esempio è questa indagine dell’Eurispes, questi i risultati:
“Quali sono le motivazioni che inducono sempre più genitori a non vaccinare i propri figli? Prova a dare una spiegazione Eurispes con un’indagine presentata sempre a fine gennaio, che individua, come primo “imputato” il web: di tutti genitori italiani che navigano in rete (sono l’80%), il 70% usa le informazioni per prendere decisioni sulla salute, il 16% per acquisire indicazioni sulle vaccinazioni.”
Il mio consiglio è di scegliere un valido medico ed instaurare con lui un lungo e duraturo rapporto basato sulla confidenza, stima e fiducia reciproca, in modo che le scelte possano essere fatte con un vero esperto e non sulla deduzione di pseudo informazioni dalla dubbia provenienza e dallo scarso valore scientifico.
Le conseguenze di cosa sta avvenendo sono sotto gli occhi di tutti ma non ce ne accorgiamo. Il Ministero della Salute ha pubblicato un report da cui si evince che in Italia la media nazionale di copertura della seconda dose del vaccino trivalente MUROPAR (morbillo, parotite e rosolia) è stata, nel 2014, dell’82,72%, contro l’84,05 dell’anno precedente. In nessuna regione si raggiunge, come già era accaduto per quanto riguarda la prima dose, la copertura del 95%, individuata dal Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2010-2015, varato dalla Conferenza Stato Regioni, come soglia minima per raggiungere l’eliminazione del morbillo endemico e la riduzione dell’incidenza della rosolia congenita a valori inferiori a 1 caso ogni 100.000 nati vivi. E il trend, negli ultimi anni, è in calo costante.
La regione più virtuosa è l’Umbria, con il 92,34%, in leggera diminuzione rispetto al 92,98 dell’anno precedente, seguita da Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Quest’ultima regione registra un calo di due punti percentuali rispetto al 2013. Fanalino di coda, la Sicilia, che però è in netto recupero, passando dal 54,61% del 2013 al 65, 64% del 2014. Tra le regioni più indietro rispetto all’obiettivo, anche la Calabria (65,73%)e la Campania (73,92%).
Percentuali di copertura così basse compromettono l’”immunità di gregge”, portando alla creazione di sacche di persone suscettibili e sono quindi insufficienti ad arginare la circolazione del morbillo. Questa previsione è purtroppo confermata dai dati del Sistema di Sorveglianza integrata del Morbillo e della Rosolia dell’Istituto Superiore di Sanità che ha registrato, nel 2015, 251 casi di Morbillo: l’84,3% dei contagiati non era vaccinato, l’11,5% aveva ricevuto una sola dose di vaccino.
In un momento in cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da flussi di popolazioni non vaccinate e spesso malate, che aumenteranno il rischio di contrarre vecchie infezioni come tubercolosi, rosolia, parotite e ciò comporta dei rischi e dei problemi di salute per tutti i cittadini i cui risultati saranno presto evidenti.
Le vaccinazioni sono una tappa fondamentale della prevenzione. Sarebbe bello che tutti promuovessimo questa causa.
Commenti recenti